Quantcast
Channel: Misantrophia.
Viewing all articles
Browse latest Browse all 229

#18

$
0
0
Quando ero piccola ero solita, durante la settimana in cui mio padre aveva il turno di notte, andare a dormire nel lettone con mamma.
Quella settimana era per me una gioia.
Potevo stringerla quanto volevo. Avevo tutti i grattini che volevo.
Ho un sacco di ricordi di quelle serate: mi aiutava a mettermi il pigiamino -con sotto la canottiera, sennò prendevo freddo-, quando avevo il raffreddore mi mettevo a pancia in su e lei mi spalmava un olio al gusto di menta sul petto e, prima di infilarci sotto le coperte, mi faceva dire la preghierina.
La dicevo sempre. E ogni volta era felice.
Quest'abitudine mi è rimasta fino ai 15 anni.
Poi ho preferito il mio letto. Io e lui da soli.
Potevo guardare la tv fino a che ora volevo, leggere per ore senza che la luce accesa recasse disturbo a qualcuno e spippolare con il cellulare.
Da quando mia nonna è morta sento proprio il dovere, il bisogno, di tornare a dormire con mia mamma quando mio padre lavora di notte.
So cosa succede di notte, prima di cadere nel sonno: si pensa. Si rimugina. Facciamo viaggi eterni nei ricordi e, a volte, si soffre.
Ed io non voglio che soffra. Non voglio che pensi troppo.
Così mi sdraio accanto a lei. Le parlo, raccontandogli aneddoti divertenti su quello che mi accade. Ridiamo insieme. Commentiamo le stramberie che sfilano in tv.
Devo prendermi cura di lei come faceva con me.

Approposito! Per allenarmi come "mamma" -tranquilli, non sono incinta nè sto pensando ad un figlio!- ho scaricato questo piccolo esserino (per la serie "applicazioni utili")

Non so quanto riuscirò a farlo sopravvivere!
Stamattina sono andata a controllarlo e l'ho trovato con quella faccia perchè stava crepando di fame e nessuno se n'era accorto.
Sono una madre sconsiderata!

Viewing all articles
Browse latest Browse all 229