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Channel: Misantrophia.
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#194 Di quando la scuola veniva prima di tutto

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Sto attraversando, come sicuramente anche tanti di voi, un periodo in cui cerco disperatamente della stabilità. Stabilità generale. Vedo intorno a me gente soddisfatta, realizzata, e la invidio. La invidio perché a me va male ogni volta. Perché ogni volta mi sento fiduciosa e poi va sempre tutto a puttane. E poi mi dicono che non dovrei abbattermi?! Dai, ma mi prendete per il culo?!
Comunque, stanotte è una di quelle infauste notti in cui non riesco a dormire perché mille pensieri mi scorrazzano nel cervello scacciando il sonno, e ho fatto un rewind della mia vita fino ad arrivare ai bei tempi della scuola.
Il mio primissimo giorno di scuola elementare lo ricordo come se fosse ieri! Ho pianto l'anima! Volevo morire e, soprattutto, volevo mia mamma. Sì, perché dovete sapere che io non sono mai andata all'asilo. Sono sempre stata un'alternativa inside, che volete! Mi ricordo di questa maestra magrolina con la frangia, Franca, che cercava di consolare una disperatissima Misa con il suo zaino di SailorMoon e l'astuccio abbinato, cercava di farmi staccare da mia madre con tutta la gentilezza che il caso richiedeva. Dio, quanto devo aver fatto soffrire mia mamma! Mamma, scusami!!!!
Ho fatto i primi tre anni in una scuola e due in un'altra. Dei primi tre ricordo un mio compagno un pò tonto, che poi magari nemmeno lo era poi più di tanto, ma a me faceva un pochino pena e gli davo sempre un pezzettino della mia merendina a ricreazione; la lavagna a quadretti, che mi divertivo a colorare a mò di scacchiera; un compito in cui dovevamo riconoscere qual'era la destra e quale la sinistra ed io le sbagliai tutte. Ma tutte!; l'auto-mortificazione dell'essermi scordata il grembiulino a casa, perché mi sentivo diversa. E il tonto mi consolava; la mensa gigante per dei piccoli nani com'eravamo. La fila con il vassoio rosso in mano per prenderci il cibo. E mi sentivo anche un pò ganza, perché vedevo sempre in tv questi ragazzi americani (Beverly Hills, infrangitore (?) di sogni!) che mangiavano in mensa. Anche se il nostro cibo era plastica fusa e non hamburger e patatine; le lezioni nonsense di yoga in palestra, dove cercavo invano di non ridere; l'amichetta che va a sputtanare la mia cotta al diretto interessato che, per dirla tutta, manco mi ricambiava; il mio diario di Calimero con la copertina 3D; la soddisfazione nell'essere la prima della classe ad aver imparato a leggere come si deve, senza sembrare robot.
Cambia scuola, cambiano le amicizie e i personaggi assurdi. E lì era tutto meglio perché conoscevo già tutti. Fra l'altro con alcuni di loro vado a giro tutt'ora, sicchè! Della quarta/quinta elementare ricordo le ore di disegno a colorare con i pastelli. Mi conciavo le mani che manco una tela di Picasso!; le partite a pallavolo in una palestra che era grande quanto camera mia; il compagno di banco che sputava mentre parlava; i disegni e scritte assurde sul diario di un compagno che poi, scoperto il misfatto, provvedeva a schiantare le pagine incriminate. Alla fine dell'anno gli saranno rimaste si e no 20 pagine di diario; le ore di musica in cui cantavamo le canzoni di De Andrè; i tornei di nascondino a ricreazione, durante i quali baravo come una stronza; i lavoretti di Natale con tutti i brillantini.
E poi, senza sapere come, mi ritrovai alle medie. Anni di fuoco per gli adolescenti. Peggio delle superiori! Sì, perché alle medie siamo tutti brutti, informi, stupidi. Ho affrontato quel caos con la mia compagna di banco storica delle elementari. Grazie a Dio non ero sola! Di quel periodo ricordo le lezioni di musica, con una prof esaltata e l'ascella perennemente allagata; gli scherzi alla povera prof di francese; la suola della scarpa che decide di staccarsi proprio mentre correvo come una gazzella in palestra, facendomi cadere lunga davanti a tutti; l'amore per le barbabietole da zucchero che mi hanno sempre salvato il culo nelle interrogazioni di geografia; gli smadonnamenti per i disegni durante educazione tecnica, che ce n'erano alcuni che manco Renzo Piano; le cartelline grandi quanto un trolley per infilarci i disegni di educazione artistica; le tute della Nike con i pantaloni a zampa d'elefante; il mio primo ed unico "Ottimo -" in scienze ad un compito a crocette. Vi giuro, le avevo tirate tutte a caso! Tutte! Ne sbagliai solo una!; i cori da stadio dell'unica volta in cui vidi un "Buono/distinto" sopra il compito di matematica! Viva il teorema di Pitagora!; "Apri il panino che ci metto il wurstel" che mi ha creato delle turbe non indifferenti. Fra l'altro a tal frase scappai più lontano possibile!; il "Prof, mi sto cagando addosso dalla paura" al mio professore di educazione fisica che mi venne a chiamare per affrontare l'esame orale.
Che poi sapete una cosa? Secondo me far scegliere le scuole superiori a 14 anni nemmeno è da cani! Chi a 14 anni sa cosa vuole veramente? Tanti vanno in quella data scuola solo perché ci va l'amico, e non perché è quello che si vuole. Io, infatti, mi pento tutt'oggi! Avrei dovuto far lingue, non il pedagogico! Anche se ho doti innate di ascolto, quindi per quello brava me.
Alle superiori sono bocciata un anno, precisamente in seconda, ed è stato un bene. Primo perché ho trovato prof migliori, secondo perché ho trovato una classe migliore. I 4 anni che ho passato con la seconda classe, diciamo, sono stati memorabili: i bigliettini di latino e inglese che dovevo far partire, perché altre 3/4 persone si affidavano a me; i fallitissimi compiti di matematica; le assemblee di classe in cui mi divertivo a starmene in un angolo a guardare le guerre che sorgevano fra questo e quello; le focaccine alle 8 di mattina; "dai, vado volontaria io a inglese", che tanto il culo me lo paravo sempre; l'8 e mezzo a filosofia ad un test a sorpresa a crocette. Tirate tutte a caso anche questo colpo; le trecento interrogazioni di diritto, una dopo l'altra, per riuscire ad arrivare, se non al 7, almeno al 6 e mezzo; la mia "sbronza da troppi zuccheri" in gita a Roma. Gente, ero di fuori davvero!; la gita di quinta a Berlino, con tanta neve, bonazzi di un'altra scuola, il disagio di ritrovarmi da sola in un ascensore con tipo 8 donzelli, i cappuccini dello Starbucks, le meraviglie di Berlino; "ma questa diventa sempre più viola! Misa! Ma quando te li fai verdi i capelli?!"; i 300€ trovati alle macchinette del caffè; le facce spaesate/terrorizzate durante la terza prova d'esame, quando vedemmo una roba di matematica mai vista in vita nostra; l'ansia dell'orale.

Questo revival del passato mi ha messo un sacco di nostalgia.
Mi sento vecchia.
Ma sono faiga uguale dai, ho deciso!
Kiss my ass, bitch!

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