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Channel: Misantrophia.
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#25

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Le facce che faccio quando mi ritrovo davanti a questo spazio bianco sono le stesse che fa Jenna Hamilton davanti al suo blog, con la sola differenza che lei è adorabile in ogni momento. Io no.
E comunque un pò la invidio anche: è semplice e allo stesso tempo bellissima, ha una vita che più movimentata di così non si può, dei capelli splendidi e una capacità strabiliante di scrivere.
Si, sono una patita di "Diario di una nerd superstar". E, per chi è flashata come me, sono del Team Matty.

Dopo questa intro poco interessante e frivola, passiamo al resoconto di questo Natale.
Invece di soffermarmi sui dettagli che hanno caratterizzato quella giornata così uguale alle altre -se non più deprimente- punterò i riflettori sulla pancia. Sulla mia.
Ecco, io non sono una di quelle che in queste circostanze stra fa, costringendo il proprio stomaco a ingiuriosi riempimenti forzati. Anzi, diciamo che mangio piuttosto poco.
Il mio problema è l'inverno, sostanzialmente. Io d'inverno ho la fame nervosa. Mangerei anche i gambi del tavolo se potessi. D'estate poi mi prosciugo. Arrivo quasi a piacermi. Quasi.
Così ieri, davanti allo specchio, mi guardavo. Mi giravo da un lato, poi dall'altro. Mi toccavo la pancia. Perchè è tornata. Cazzo, è tornata sul serio.
Toccavo i miei fianchi morbidi. Forse anche troppo.
Le gambe. Accarezzavo una ad una le mie smagliature.
Mi sono sentita a disagio con me stessa, come se fossi in mutande davanti a mille sconosciuti.
E io, nella mia "lista di cose da fare se i Maya non ci avessero imbroccato", ho scritto: perdere quei chili che non mi fanno essere in pace con me stessa.
Quindi, fra qualche giorno, comincia l'agonia.
Che palle, ma perchè non sono nata magra? Ma mai una gioia oh!

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